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Tivùsat: tecnologia o politica?

di Roberto Faggiano

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27 maggio 2009

La nuova piattaforma satellitare Tivùsat doveva partire ai primi del mese di giugno, invece è stata rinviata a data da destinarsi, forse ai primi di luglio, più probabilmente ancora più in là nel tempo. Non ci sono ostacoli tecnici alla partenza delle trasmissioni: il trasponder su uno dei satelliti Hot Bird di Eutelsat è pronto, le trasmissioni sono quelle che già vanno in onda sul digitale terrestre, i decoder certificati sono già nei magazzini, le card di abilitazione della codifica Nagravision pure; c'è addirittura già attivo un call center (con numero a pagamento) per abilitare la card dopo l'acquisto (si veda il sito www.tivu.tv). Il problema è tutto di ordine politico ed economico: è necessario sapere se la Rai accetterà di rinnovare per altri sette anni il contratto che la lega a Sky. Non solo per la produzione di alcuni canali in esclusiva per la pay tv, ma il nodo è soprattutto la visione dei comuni programmi Rai da parte degli abbonati Sky. In questo momento chi possiede un decoder satellitare Sky può vedere anche gli avvenimenti che la Rai deve criptare sul satellite perché non possiede i diritti per la trasmissione oltre i confini italiani.

Se la Rai non rinnoverà il contratto anche l'abbonato Sky non vedrà più nulla dal suo decoder. E' lo stesso problema sorto con Mediaset, che ha già annunciato che la loro decisione in materia arriverà in settembre. La piattaforma Tivùsat si è quindi trasformata in un'arma che Mediaset e Rai possono usare contro Sky, forse lo scopo è solo quello di aumentare la posta in denaro ma non è da escludere anche la semplice mossa per ostacolare un concorrente sempre più temibile. Gli abbonati a Sky sono giunti a un numero tale (si parla di 4,8 milioni) da consentire lauti guadagni alla pay tv, nonostante l'aumento dell'aliquota iva al 20%. I programmi di Sky poi diventano sempre più generalisti, come il recente SkyUno, e quindi ormai in diretta concorrenza con le reti Rai e Mediaset. Senza contare che dal 2012 anche Sky potrà scendere sul digitale terrestre e già si possono ipotizzare nuove battaglie sulle poche frequenze disponibili al momento del completo passaggio al digitale terrestre.

Ricordiamo che Tivùsat è un consorzio partecipato in parti uguali da Rai e Mediaset (48% ciascuna) più una piccola quota di Telecom Italia (4%). Lo scopo della piattaforma è quello di raggiungere tutti gli utenti che non verranno raggiunti dai segnali della tv digitale terrestre. Con Tivùsat invece basterà una piccola parabola e un decoder di costo contenuto, i programmi saranno criptati con il sistema Nagravision e ogni abbonato Rai potrà attivare gratuitamente la card fornita in dotazione e che abilita alla visione. I programmi visibili saranno tutti quelli già disponibili sul digitale terrestre, con l'esclusione dei due canali di Sportitalia, che ha già firmato un accordo di esclusiva con Sky per il satellite. Non è affatto da escluder che sulla piattaforma possano salire anche i programmi a pagamento di Mediaset Premium, i decoder infatti sono predisposti per ospitare anche una Smar Cam aggiuntiva oltre alla tessera Tivù. Per il momento non sono stati previsti incentivi all'acquisto, ma è possibile che vengano stanziati altri fondi, come sta accadendo nelle zone toccate tra breve dallo switch off per il digitale terrestre. I decoder devono essere approvati dal consorzio Tivù, potranno essere in definizione standard o Hd.

Lo scenario è quindi nebuloso. La Rai si schiererà a fianco di Mediaset per fare un dispetto a Sky, oppure accetterà nuove e utili risorse economiche dalla pay tv, facendo stavolta un dispetto a Mediaset? Per molti la risposta può apparire scontata, però non è detta l'ultima parola. Nell'attesa Tivùsat rimane al palo, le sue prospettive di successo saranno ben diverse a seconda delle scelte politiche.

27 maggio 2009
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